martedì 20 dicembre 2016

Animali verdi

Nel libro Verde. Storie di un colore di Manlio Brusatin sono raccontate storie piene di passione, sentimenti, fantasia, epoche lontane e si viaggia alla scoperta del colore più presente al mondo. Trattando di storia, geografia, filosofia, letteratura, arte e design si arriva anche a delineare gli animali considerati verdi per tradizione: il pappagallo, il ramarro e lo scarabeo. Sulla base di questa considerazione procedo con il seguente approfondimento:



















Genova è diventata la "capitale" dei pappagalli. Questi volatili dai colori sgargianti sono diventati a tutti gli effetti cittadini genovesi. Passeggiando per il quartiere di Castelletto (dove abito) o alzando lo sguardo nei numerosi parchi della città si possono vedere (e ascoltare) questi animali tropicali.
Diverse sono le specie presenti, come il parrocchetto dal collare (a sinistra) e l'amazzone fronteblu (a destra).
Perchè si trovano a Genova?
Sono stati importati legalmente in Italia dall'Africa e dall'Asia (loro aree d'origine), hanno abitato un po' nelle case, poi sono fuggiti dalle gabbie riproducendosi e ricreando un ambiente “naturale” in aree urbane. Si stima che la colonia di pappagalli a Genova comprenda almeno 130 esemplari.
O forse che il genovese Enzo Tortora li abbia attirati con il suo Portobello






 





E' la più grossa tra le lucertole italiane con i suoi 40-45 centimetri di lunghezza inclusa la coda.
Si distingue dalle lucertole comuni per il colore verde brillante del dorso.
Sono numerosi i proverbi e le curiosità legate al ramarro. Notissima, ad esempio, è l’ostilità nutrita da questa lucertola nei confronti delle vipere e de i serpenti velenosi in genere con cui ingaggia lotte violentissime da cui esce quasi sempre vincitore. Secondo la tradizione il ramarro non teme il veleno dei serpenti perché se morso, poi riesce sempre a salvarsi mangiando una misteriosa erba che annulla l’effetto del veleno. Un detto popolare recita: “Il ramarro tienilo alla tua destra perché ti fischia nell’orecchio”, poiché si pensa che il ramarro avverta le persone della presenza di animali velenosi emettendo un fischio sibilante.
Proverbiale è anche la tenacia del ramarro, tanto che si dice “tenace come un ramarro” alle persone molto decise. L'animale deve questa nomea al fatto che, quando morde una persona, non lascia la presa per nessun motivo resistendo anche al fuoco.
Esiste anche una canzone dello Zecchino d'oro dedicata a questo rettile:











Insetto più venerato dagli antichi Egizi
Lo scarabeo stercorario si orienta con la Via Lattea

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